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Notizie dal Fondo Sanitario di IntesaSanpaolo
Report di Filippo Vasta in occasione del Consiglio d’Amministrazione del 7 febbraio 2019
 

Previmedical.

Da qualche tempo imperversano le lamentele su Previmedical. Per capire il motivo dei disservizi basta fare un giro su Google, che riporta articoli di stampa circa la diatriba fra i dentisti, assistiti anche da alcune loro Associazioni, e Previmedical, concernente i pazienti iscritti a Mètasalute, il Fondo Sanitario Integrativo dei metalmeccanici. Ho avuto modo di ascoltare personalmente lamentele anche presso diverse strutture sanitarie convenzionate diverse dagli odontoiatri. E’ evidente che si tratta di un problema del tutto estraneo al nostro Fondo Sanitario, ma che indirettamente finisce con il danneggiare anche noi, sia perché Previmedical, dopo l’acquisizione della convenzione Mètasalute, si trova in difficoltà amministrative che si ripercuotono anche sul servizio verso i nostri colleghi, sia perché diversi professionisti finiscono col fare di ogni erba un fascio, coinvolgendo anche i pazienti iscritti al nostro Fondo nei loro problemi con Previmedical dovuti ad altri fattori.

Nei giorni scorsi è stata recapitata al Presidente e al Direttore del Fondo Sanitario Intesa una lettera, supportata da diverse centinaia di firme di iscritti, che elenca una serie di disfunzioni rilevate a carico del Fondo Sanitario, molte delle quali sono riferite al servizio di Previmedical. Ho avuto assicurazioni che c’è stato un intervento presso il suddetto outsourcer, ai massimi livelli. Sullo stesso argomento ero intervenuto nel Consiglio di Amministrazione del 22 novembre, nonché in sede di Commissione Amministrativa.

Risultato dell’esercizio 2018.

Ancorché il bilancio sia ancora a livello previsionale (per i dati definitivi occorre superare il mese di marzo, termine per la presentazione delle richieste per il 2018), abbiamo un dato certo, che è quello della gestione finanziaria, relativa all’impiego del patrimonio del Fondo. Sino al mese di settembre tale risultato era pressoché in pareggio, ma gli ultimi tre mesi hanno visto un tracollo della gestione, che si è chiusa con una perdita che supera (a livello consolidato attivi più quiescenti) i 4 milioni di euro, contro un utile di 3,5 milioni del 2017. Unitamente ad un aumento dell’importo erogato in prestazioni, questa débacle porterà ad un avanzo d’esercizio della gestione attivi previsto fra 1,5 e 2,0 milioni di euro, che verranno girati interamente alla gestione quiescenti come contributo di solidarietà. Tale importo è ovviamente del tutto inadeguato a coprire il risultato negativo atteso della gestione quiescenti, il cui disavanzo dovrà essere colmato in parte con riserve e in parte con una percentuale della quota differita. Quest’ultima verrà pertanto liquidata solo parzialmente e in una misura presumibilmente inferiore al 50% di quella accantonata.

Oltre al danno economico, l’incertezza sull’ammontare della differita spettante a ciascuno di noi ci creerà delle difficoltà in sede di dichiarazione dei redditi.

Anche nel Consiglio di Amministrazione odierno sono intervenuto per chiedere l’abolizione della quota differita. Ovviamente gli esponenti della Banca nel Consiglio non sono dello stesso parere; non dispero tuttavia che, prima o poi, la soluzione di questo nodo venga affrontata.

Modifiche Contributi/Prestazioni

Corrono voci sparse circa un aumento delle contribuzioni e/o modifiche alle prestazioni per ritrovare l’equilibrio delle gestioni. Mi sono addirittura arrivate notizie circostanziate circa la misura dei cambiamenti. L’argomento non può non essere stato affrontato dalle Fonti Istitutive ma, al momento, non mi risulta ci sia alcunché di concreto, né credo che si possa pensare seriamente ad assumere provvedimenti prima della chiusura a consuntivo del bilancio 2018. Occorre ribadire, e non mancherò di farlo ogni volta ne avrò occasione, che la componente maggiore del cattivo risultato 2018 è da imputare all’andamento dei mercati finanziari nell’ultimo periodo dell’anno e alle conseguenti perdite sull’investimento delle riserve. Peraltro, una parte di tali perdite sono state recuperate nel mese di gennaio, ma questo verrà rilevato nel nuovo esercizio. E’ vero però che si prevede, per entrambe le gestioni, anche un peggioramento del risultato operativo, ma le Fonti dovranno ragionare e eventualmente operare solo a bocce ferme e con la massima cautela, tenendo presente che una fuga degli iscritti quiescenti in conseguenza di una modifica alle condizioni potrebbe moltiplicare il processo peggiorativo, perché finirebbero col permanere nel Fondo gli iscritti più bisognosi di cure e quindi di maggiore onerosità, rendendo addirittura controproducenti eventuali misure prese.

Milano, 7 febbraio 2019

                                                                                                              Filippo Vasta