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Gli antichi Ospedali di Milano

Sant’Antonio Abate e la Ca’ Granda

Sin dal Medioevo Milano è stata una città all’avanguardia nell’assistenza sanitaria. Uno dei primi centri di cura fu fondato, nel 1127, a seguito di legato testamentario di Ruggero del Cerro, per assistere gli ammalati del “fuoco sacro”. Si tratta di quella malattia virale all’epoca molto diffusa e oggi conosciuta con il nome scientifico di Herpes Zoster. Il complesso era affidato agli Antoniani e la malattia veniva curata con l’applicazione di unguento suino. Da qui la denominazione di “Fuoco di Sant’Antonio” e la raffigurazione iconografica del Santo insieme ad un maialino.

Del complesso rimane oggi solo la chiesa, la cui attuale conformazione risale al sedicesimo secolo, quando San Carlo, per compensare i Teatini, subentrati agli Antoniani, della loro abnegazione per la cura degli ammalati durante la peste, si adoperò per dotare l’ordine di una sede più prestigiosa. Sorta la costruzione verso la fine del ‘500 (architetto Dionigi Campazzo), per tutto il corso del ‘600 l’interno venne arricchito con le decorazioni e le opere d’arte, in gran parte recuperate dopo gli anni d’abbandono seguiti alla soppressione dei conventi in era napoleonica.

A pochissima distanza, il 12 aprile 1456 nasceva l’Ospedale Maggiore, per volontà del Duca di Milano Francesco Sforza e della moglie Bianca Maria.

Il primo nucleo a sorgere è quello di destra, guardando la facciata, sotto la direzione del Filarete. Le opere continueranno per tutto il secolo successivo e troveranno un rinnovato impegno nel 1621 in seguito al contributo del legato Carcano. L’architetto principale del periodo secentesco è Francesco Maria Richini. L’ultima parte, quella a sinistra verso Via Laghetto, fu edificata in stile neoclassico fra il 1797 e il 1804 a seguito del lascito del notaio Giuseppe Macchio. In quest’ultima sezione della costruzione è ubicato l’Archivio dell’Ospedale Maggiore, i cui reparti medici sono stati trasferiti a Niguarda nel 1939.

La facciata è lunga complessivamente 282 metri e vale al complesso l’appellativo di Ca’ Granda.

Dopo la ricostruzione post bellica a seguito degli ingenti danni causati dai bombardamenti dell’agosto 1943 (architetti Piero Portaluppi e Liliana Grassi), nel 1959 l’Università agli Studi di Milano si è installata nel complesso; all’ospedale è rimasta l’ala dell’archivio. Al centro del portico orientale, verso Via Sforza, si trova la seicentesca chiesa dell’Annunciata.

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