">

Una nota sul Fondo Sanitario Integrativo IntesaSanpaolo

A seguito di un recente accordo Banca/Sindacati, peggiorano ulteriormente le prestazioni per i Pensionati, Iscritti al Fondo Sanitario di Gruppo. La separazione delle due "famiglie" di Iscritti - Attivi e Pensionati - continua a produrre nefasti effetti per la nostra categoria; tale circostanza è stata da me segnalata al Giudice Gatteri, nel corso dell'udienza tenutasi il 6 corrente presso il Tribunale a Milano, nella totale indifferenza dei Legali di Controparte.
p.Il Consiglio Direttivo
Sergio Marini
 

Come era ampiamente prevedibile, il Fondo Sanitario, per quanto riguarda la gestione della Sezione Quiescenti, chiuderà al 31 dicembre 2012 con un pesante disavanzo d’esercizio, molto vicino a quello dello scorso anno, mentre la gestione consolidata, Attivi più Quiescenti, è destinata a chiudersi con un avanzo che ci risulterebbe previsto in oltre tre milioni di Euro.
Le parti sociali, banca e sindacati, si sono riunite nella veste di Fonti Istitutive e hanno assunto dei provvedimenti che si possono così riassumere:
• Contributo supplementare di massimi Euro 1.500.000, a carico della gestione Attivi e a riduzione del disavanzo di quella dei Quiescenti (in aggiunta al contributo statutario);
• Modifiche al regolamento delle prestazioni che vengono qui di seguito trascritte.

Fermo restando quanto stabilito ai commi II, III, IV e V, in via transitoria per il biennio 2012/2013 le spese sostenute da parte degli iscritti in quiescenza e dai relativi familiari a fronte delle prestazioni di cui al presente “Regolamento delle Prestazioni” sono liquidate:
•  per le spese sostenute nell’anno 2012, nella misura del:
•  85% della somma spettante nel caso di prestazioni effettuate da medici e strutture in forma totalmente convenzionata;
•  70% negli altri casi.
•  per le spese sostenute nell’anno 2013, nella misura del:
•  80% della somma spettante nel caso di prestazioni effettuate da medici e strutture in forma totalmente convenzionata;
•  60% negli altri casi.
In sostanza, la riduzione che viene effettuata per il 2012 formalizza la mancata corresponsione della quota differita, mentre per l’esercizio 2013 si ha un’ulteriore limatura della misura delle prestazioni, che, specialmente nel caso dell’assistenza indiretta (a rimborso) è di tutto rilievo.
Il sito del Fondo Sanitario è stato tempestivamente aggiornato e reca le nuove indicazioni e le norme transitorie che le accompagnano.
Le determinazioni assunte vanno nel senso, già ampiamente delineato nel recente passato, dell’emarginazione della nostra categoria attraverso una sua progressiva penalizzazione. Pur prendendo atto dell’elargizione di un contributo supplementare da parte della categoria Attivi, tale provvedimento non può sanare il vulnus portato alla solidarietà intergenerazionale, che era stata la caratteristica delle precedenti Casse del Gruppo. Non possiamo non ravvisare, in sostanza, la volontà di espellere dal Fondo la parte più debole e bisognosa di assistenza; per contro osserviamo come la gestione del personale in attività accumuli ingenti avanzi destinati a costituire riserve la cui finalità resta oscura.
Come noto, queste Associazioni sono tenute rigorosamente e ingiustamente al di fuori delle trattative che determinano decisioni di notevole impatto per la nostra categoria. Alle OO.SS., che si sono assunte l’onere di rappresentarci, diciamo che siamo consapevoli delle difficoltà delle vertenze nel contesto attuale; crediamo anche che esse OO.SS. siano altrettanto consapevoli che una contrapposizione fra attivi e quiescenti sia strumentale ad interessi del tutto diversi da quelli dei colleghi attualmente in servizio. Le incertezze e la precarietà che caratterizza il presente di questi colleghi non è certo attenuata dalla prospettiva di minori presidi di assistenza nel loro futuro più o meno prossimo.
Siamo anche convinti che il Fondo Sanitario richieda una ricerca di equilibri finanziari anche ora che i conti presentano, nel loro complesso, una situazione di prosperità a livello di gestioni consolidate, tale da rendere iniquo il trattamento della nostra categoria. Proprio perché teniamo molto che questo strumento fornisca a lungo serenità a tutti i suoi partecipanti offriamo il nostro tempo e la nostra esperienza per il suo miglioramento. Non vogliamo che la prospettiva sia quella di una struttura destinata esclusivamente a chi, nel fiore degli anni, gode di ottima salute.

Associazione
Amici Comit – Piazza Scala
Milano, 9 marzo 2013

Il commento di una lettrice (non socia):
• 14 marzo 2013 - da F.P.: Vedrò di cominciare a protestare col sindacato FABI a cui sono iscritta. Forse se tutti i pensionati ex-Intesa minacciassero di ritirare l'iscrizione anche la FABI inizierebbe a farsi sentire. Sono proprio incavolata per come siamo messi con questo Fondo sanitario che ci rapina un sacco di soldi. In tre anni non ho fatto altro che pagare mensilmente ricevendo ben poco. Tanto per informazione una sindacalista nazionale della Fabi di Treviglio, interpellata a titolo puramente personale mi ha risposto:" Vai un po' a vedere quanto pagano di polizza gli anziani con le compagnie di assicurazione private e poi ritornerai al Fondo Pensioni nostro!". E' senza dubbio vero che si pagherebbe molto di più, ma qui si stanno dimenticando totalmente i criteri di solidarietà che hanno contraddistinto in passato la Cassa Sanitaria Comit ed anche ex-Intesa. Quando è entrato il Sanpaolo tutto è peggiorato.
N.d.R: a quanto ci risulta i pensionati hanno cominciato a strappare le tessere, cosa che non può certo farci dispiacere.....