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Fondo Sanitario - Bilancio al 31 dicembre 2013

Il resoconto del nostro Filippo Vasta sul bilancio consuntivo del Fondo Sanitario per l'esercizio 2013.
Due importanti novità, una positiva e l'altra negativa.

Fondo Sanitario
Bilancio al 31 dicembre 2013In giorno 11 giugno scorso, Il Consiglio di Amministrazione del Fondo ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2013, che verrà proposto all’Assemblea dei Delegati, convocata per il 26 giugno p.v..
Il progetto è stato approvato con un solo voto contrario, il mio. Come tutti gli anni, ho motivato il mio voto negativo su due punti:

  • la sostanziale estraneità del CdA alla formazione dei dati di bilancio, dato che le voci significative dello stesso, contributi e prestazioni, sono determinate da decisioni prese al di fuori del Consiglio, dalle Fonti Istitutive;

  • il mio totale dissenso circa tali decisioni, tutte in peggioramento delle condizioni dei quiescenti.

Questi i dati salienti:Il risultato aggregato delle due gestioni prevede un avanzo d’esercizio di Euro 10.820.466.Il risultato della gestione attivi prevede un avanzo di Euro 19.348.862
che, dopo l’assegnazione del contributo di solidarietà di Euro 4.447.635
si attesta a Euro 14.871.227Il risultato della gestione quiescenti prevede un disavanzo di Euro - 8.528.396
Che, dopo l’assegnazione del contributo di solidarietà di Euro 4.447.635
Si attesta a Euro - 4.050.761Rispetto al bilancio al 31 dicembre 2012, Il risultato delle gestioni aggregate è migliorato di Euro 4,1 milioni, così distribuiti: aumento dell’avanzo degli attivi (prima del contributo di solidarietà) di Euro 2,5 milioni; riduzione della perdita della gestione quiescenti, sempre anteriormente a detto contributo, di Euro 1,6 milioni.In conseguenza di questi risultati, in base alle disposizioni statutarie, la perdita dei quiescenti va ripianata in prima istanza con un ricorso paritetico alla quota differita e alle riserve; queste ultime nella misura del 10% del loro ammontare. Quindi le riserve verranno intaccate per Euro 1.624.303; la quota differita per Euro 1.624.303 ai quali vanno aggiunti, per ripianare il disavanzo, ulteriori Euro 802.155.
Poiché le quota differite dei quiescenti ammontano a Euro 7,8 milioni, dopo queste operazioni residueranno Euro 5,3 milioni che ci verranno distribuite, a norma di statuto (i disabili dovrebbero prendere il 100%, gli altri associati beneficeranno di una quota intorno al 60%).Le riserve dei quiescenti verranno in parte ricostituite per passaggio di quote degli attivi che vanno in pensione e si portano dietro il loro zainetto. Considerando anche una quota di contributi d’ingresso, il nostro patrimonio diminuisce di circa 200.000 Euro (per un totale di circa 16 milioni).Istituzione di un Fondo per la prevenzione
In cauda venenum. 
Come ultimo atto, il Consiglio uscente si è distinto per un provvedimento che, apparentemente ispirato da lodevoli intenti, di fatto realizzerà un danno alla situazione economica della gestione dei quiescenti.
Con l’ulteriore cospicua quota di avanzo d’esercizio, la gestione attivi porta le sue riserve a circa 94 milioni di euro. Data la cifra eclatante, un primo dispositivo da approvare in Consiglio prevedeva lo stanziamento di 2 milioni di euro per l’istituzione di un fondo da utilizzare per una campagna di screening cardio-vascolare, aperto a tutti gli iscritti, a valere sui 14 milioni di euro dell’avanzo della gestione attivi. Questo in ottemperanza all’art. 18 dello Statuto che recita che il Consiglio, in presenza di disponibilità economiche, determina l’avvio di campagne di prevenzione fra gli iscritti. Il neo costituito Comitato Scientifico procederà a definire le modalità dell’intervento.
L’originario intendimento è documentato dal punto 3 dell’ordine del giorno che non è stato ovviamente modificato. Invece il dispositivo approvato dal Consiglio è stato radicalmente cambiato. Temo che molti fra i consiglieri non si siano nemmeno resi conto di come stessero realmente le cose e comunque la deliberazione è stata approvata, come il bilancio, con il mio solo voto contrario.
In sostanza, invece di stanziare il fondo prevenzione sottraendo 2 milioni di euro dall’avanzo degli attivi come da ordine del giorno, si è proceduto come segue:

  1. E’ stato costituito un fondo oneri di 2 mln di euro per iniziative di prevenzione;

  2. E’ stato appostato un importo di 2 mln di euro, con segno meno, fra le voci di patrimonio;

  3. Sono state lasciati inalterati i risultati delle due gestioni, con afflusso dell’avanzo degli attivi e del disavanzo dei quiescenti ai rispettivi patrimoni.

L’importo sub 1) verrà utilizzato per pagare la campagna di prevenzione;
L’importo sub 2) verrà imputato pro-quota in diminuzione delle riserve degli attivi e dei quiescenti, in base agli effettivi beneficiari dello screening. In pratica attivi e quiescenti si pagheranno la prevenzione, ciascuna categoria con le proprie riserve. E’ ridicola l’assicurazione che mi è stata data che non si toccherà più il conto economico della nostra gestione, come se saltare questo passaggio e andare direttamente a intaccare il nostro patrimonio cambiasse le cose.
Ho fatto mettere a verbale che il dispositivo contrasta con l’art. 18 dello statuto, in quanto è pur vero che la gestione congiunta evidenzia un avanzo d’esercizio, ma essendo la destinazione finale dell’esborso in capo alle rispettive gestioni, non si può certo sostenere che quella dei quiescenti sia in presenza di disponibilità economiche, dato che ha dovuto, sin dalla nascita del Fondo, ripianare i vari disavanzi, rinunziare alle quote differite (quest’anno solo in parte) e in un esercizio chiedere ai propri aderenti un supplemento di contribuzione. Pertanto i quiescenti non possono permettersi di utilizzare le proprie limitate riserve (16 milioni, in decrescita) al di fuori delle finalità statutarie che sono quelle, in prima istanza, di fornire prestazioni integrative e sostitutive del Servizio Sanitario Nazionale. Teniamo presente che quando non avremo più riserve per coprire le perdite, potremo chiudere baracca.
Quello che colpisce maggiormente è il cinismo di questa operazione. Non si è voluto consentire che gli attivi mettessero in comune con i quiescenti una modesta quota dei loro utili per un’iniziativa lodevole. Per evitare che questo potesse avvenire sono state calpestati nell’ordine, il buon senso, la chiarezza del bilancio e, last but not least, lo statuto del Fondo.


Filippo Vasta
Milano, 14 giugno 2014